Cannabis e lavoro: è un connubio fattibile?

Cannabis e lavoro: è un connubio fattibile?

É dagli Anni 30 del secolo scorso che la cannabis e i suoi consumatori sono stati vittime di pregiudizi, disinformazione e stigmatizzazione.

E non per motivi di tutela della salute pubblica, come si è falsamente detto per decenni, ma per pura avidità, strategie politiche e meri motivi economici.

Ma dimmi tu se un'accozzaglia di stronzi, composta da vecchi industriali e politici barbagianni che per riuscire a fare bella figura sotto le lenzuola si mettevano una carota nei pantaloni, doveva rendere illegale una pianta con una storia millenaria e dagli innumerevoli impieghi e benefici solo per ingrossare ancora di più il loro ricco tafanario...ma tant'è.

Da allora chi fa uso di questa pianta viene definito fattone (o stoner), un termine usato per lo più con accezione negativa e che indica una persona fannullona e spesso sciatta e sporca, che sta tutto il giorno strafatta e pertanto è senza prospettive di un futuro accademico e professionale.

In pratica sono visti come "fanfaroni drogati coi capelli colorati e i buchi dappertutto” - cit. mia nonna - e che magari stanno tutto il giorno a giocare alla playstation in attesa di passare a droghe più pesanti...

Ma è proprio così?

Spoiler : NO!

Fortunatamente negli ultimi 20 anni grazie alla tecnologia e al costante lavoro di attivisti e studiosi in materia, oltre che ai sempre più numerosi stati che decidono di legalizzare questa pianta (per motivi medici, ricreativi o entrambi), l'opinione pubblica sta cambiando e con lei la percezione nei confronti di chi ne fa uso.

Basti pensare che nel 2021 il 58% degli italiani era favorevole alla legalizzazione della cannabis, percentuale che aumenta col crescere di esempi oltreconfine.

Quindi, nonostante continui ad esistere (purtroppo!) chi pensa male di un consumatore di cannabis, oggigiorno il suo utilizzo è quasi socialmente accettato (soprattutto se avete una gran cazzimma e lo fate alla luce del sole, sfanculando con grazia chi vi scassa i cabasisi - Con grazia, né! Siamo fattoni, ma educati!)

Perché dico quasi?

Perché tra quei malpensanti di poco fa purtroppo ci sono molti datori di lavoro, molti dipendenti, molti clienti, molti liberi professionisti e molti colleghi.

Ma esistono anche altrettanti datori di lavoro, dipendenti, clienti, liberi professionisti e colleghi che consumano cannabis o che non hanno nulla in contrario se qualcuno lo fa.

So che questa cosa potrà destabilizzare qualche esistenza, ma anche in Italia esiste gente che consuma cannabis in maniera più o meno continuativa (in effetti ad oggi il 10% della popolazione...) e che è riuscita a fare le vostre stesse cose : studiare e lavorare proficuamente.

Ma com'è possibile conciliare cannabis e lavoro?

Per prima cosa è fondamentale essere consumatori informati e consapevoli, e questo nemmeno avrei dovuto rimarcarlo.

Per il resto dipende dal tipo di cannabis, dall'utilizzo che se ne fa e dal proprio lavoro, che tradotto in parole povere significa:

- che se fai un lavoro in cui sei soggetto a controlli e analisi, sono “volatili per diabetici” (leggasi uccelli amari), anche in caso di utilizzo medico con prescrizione, ma per tutto il resto c'è Mastercard...anche per la parcella dell'avvocato!

- che pur avendo una prescrizione medica, può andarti bene o male a seconda dei tiramenti di culo e della preparazione di chi ti fa eventuali analisi e controlli (tipo medici e forze dell'ordine)

- che anche se usi solo cannabis light e derivati (ad esempio CBD, CBG e terpeni) puoi comunque passare grane legali e lavorative

Questo fa schifo? Concordo. É un abuso? Lo so.

Per fortuna ci sono anche situazioni più tranquille e ambienti lavorativi molto più tolleranti in tema di cannabis, purché si tratti di consumo responsabile

A questo punto è necessario capire perché le persone ne fanno uso e cosa sarcazzo s'intende per consumo responsabile, o no?

Usare cannabis con uno scopo preciso, senza abusarne, senza creare danni a sé stessi o agli altri e senza essere un peso e un fastidio per la società è la descrizione perfetta di consumo responsabile, che tradotto significa più o meno che “devi sapere cosa fai e non devi cagare il cazzo al prossimo”

E perché si usa, quindi?

É abitudine consolidata distinguere solo tra due macrousi: medico e ricreativo.

Ora non sono qui per farvi il pippone scientifico sul come e perché in effetti anche l'OMS abbia dichiarato che in realtà l'uso ludico-ricreativo non esista fine a sé stesso, ma come estensione e in funzione dell'uso medico, perché conto sul fatto che sappiate fare una ricerca su Google da soli e che dueddue parole d'inglese le mastichiate pure voi.

Parlando quindi di consumo legato all'ambito lavorativo, in quasi 30 anni di attivismo ho riscontrato principalmente queste motivazioni:

  1. Uso medico – c'è chi sul lavoro (o a causa del lavoro...) soffre di ansia, stress e attacchi di panico e vuole contrastarne gli effetti con la cannabis, ma c'è anche chi deve curarsi per problemi fisici ed emotivi più gravi come depressione, bulimia, diabete fino ad arrivare a malattie ben più invalidanti : tutte persone che per poter lavorare serenamente scelgono di curarsi con la cannabis
  2. Uso alimentare – è un sottogruppo dell'uso medico, in quanto la cannabis è una pianta nutraceutica (= che nutre e cura allo stesso tempo) e di conseguenza esistono anche persone che scelgono di mangiare e ingerire prodotti a base di cannabis o addizionati col suo principio attivo (che sia per le alte proprietà nutritive di questa pianta, per curare qualche malanno mangiando o per entrambi i casi)
  3. Uso sportivo – c'è chi nel settore dello sport ci lavora (non esistono solo i tifosi, no?) e tra loro c'è anche chi per essere al top utilizza cannabis, principalmente sotto forma di CBD e suoi elaborati - come lozioni, unguenti e capsule - e tramite ingestione di semi, olio alimentare e integratori (quindi senza effetto psicotropo e dopante)
  4. Aumento della performance personale (e sì, so che avete letto performance come Virginia Raffaele quando imita Marina Abramović...) - c'è chi fa uso di cannabis per aumentare la propria concentrazione, chi per incrementare la sua produttività fino ad arrivare a chi se ne serve per darsi una mossa a consegnare il progetto entro la deadline : molte aziende oltreoceano sono diventate weed friendly soprattutto per i benefici derivanti dai punti 4 e 5
  5. Miglioramento delle competenze tecniche, personali e relazionali – c'è chi usa la cannabis per dare un boost alla creatività, alla comunicazione, all'empatia, all'ascolto proattivo, al pensiero laterale, all'intuito e ad ogni skill che serva a fare prima e meglio il proprio lavoro
  6. Motivi etici – e qui raggruppo tutti i vegeteriani, i vegan, gli animalisti e ambientalisti che scelgono di consumare cannabis, di utilizzare i suoi derivati o di fare entrambe le cose per eticità : la cannabis è infatti una pianta carbon-negative, a bassissimo impatto ambientale e a grandissima resa energetica che può sostituire petrolio e derivati ed essere impiegata in tanti settori, tra cui quello tessile, quello edile e quello alimentare

Ci tengo inoltre a precisare un'ultima cosa: quando parlo di consumo di cannabis è facile pensare allo stereotipo erba = canna, ma in realtà quella resta sempre la maniera più stupida di usarla e di reperirne i principi attivi, a causa della combustione

In effetti la modalità di assunzione più diffusa a livello globale è quella edibile (cibo/bibite, gocce, compresse) seguita dalla vaporizzazione (fiore o cartucce) e dall'uso topico (creme, balsami, unguenti e lozioni).

La cannetta è solo al quarto posto, anche in paesi dove a differenza nostra non si usa il tabacco nella mista ;-)

 

►►►Voi utilizzate cannabis e derivati sul lavoro o in ambito lavorativo? E per quali motivi?
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